Meraviglia dell’arte italiana, conservata in una chiesa di Napoli, la pala d’altare con cui il Caravaggio si inchina alla solidarietà umana offre a chi la osserva un innovativo punto di vista sulle opere di misericordia, pietra fondante di qualsiasi fede.
Attraverso lo sguardo del custode di questo dipinto si snoda il viaggio insolito di Terence Ward nelle Sette Opere di Misericordia. In questo capolavoro è contenuto un messaggio visionario.
Traboccante di suspense, la narrazione si avventura – seguendo il Caravaggio – attraverso il succedersi di gesti come l’offerta di cibo a chi ha fame, di acqua a chi ha sete, di vesti a chi ne è privo, di un tetto a chi non lo ha, di cure a chi è infermo, di attenzione a chi si trova in prigione e di sepoltura a chi muore.
Nel continuo fondersi di un elemento dentro l’altro, tra passato e presente, il racconto va a coincidere con l’evoluzione personale, le memorie storiche con il reportage giornalistico. Nell’arco di questi racconti paralleli si vedono, da una parte, lo sforzo febbrile dell’artista mentre trasferisce sulla tela la propria visione e, dall’altra, la faticosa esistenza del custode nel passaggio dall’indifferenza alla Grazia.
Misterioso e incalzante… un modo insolito, ma efficacissimo, di raccontare la storia dell’arte…
L’aspetto più affascinante della narrazione sta nella dissezione del dipinto e la rivelazione degli atti di misericordia. L’autore tesse un ricco arazzo intrecciando la storia dell’enigmatico pittore e l’influenza del dipinto sulle emozioni e azioni del guardiano.
Splendido e sincero. Non riesco a pensare a un altro libro simile a questo.