Storie di vita vissuta, con un sapore di magia, destinate a risvegliare in noi sentimenti di meraviglia e gioia interiore, così necessari in un tempo di incertezze e paure. Sono le avventure del principe Madé Djelantik, che Idanna Pucci, orentina di nascita e balinese di adozione, ha raccolto dal suo maestro e mentore, personalità tra le più amate nella storia contemporanea dell’isola di Bali in Indonesia.
Nato nel 1919 in piena epoca coloniale e feudale in un leggendario palazzo reale, il principe Djelantik è stato testimone di momenti chiave nella storia del suo paese e del mondo: la seconda guerra mondiale, l’indipendenza dal giogo olandese dopo quattro secoli, no ai grandi cambiamenti provocati nella sua isola da uno sviluppo sfrenato.
Spinto da una vocazione precoce per la medicina, va a studiare – primo tra i balinesi – in Europa, all’Università di Amsterdam. Conseguita la laurea, il suo lavoro di medico lo porterà nelle regioni più remote del mondo: prima in luoghi sperduti dell’arcipelago indonesiano, poi sulle montagne dell’Afghanistan e negli aridi deserti dell’Iraq e della Somalia per tornare in ne nella sua Bali a fondare il primo ospedale dell’isola.
In ognuno di questi luoghi il principe medico incontra e supera, per caso o per destino, avventure e pericoli di ogni sorta: l’attacco di un esercito di talpe in fuga, un agguato dei pirati nel mar cinese, un bombardamento, una terribile eruzione vulcanica, l’arresto della polizia segreta di Saddam Hussein, scampando per no ai denti di coccodrilli affamati. In ogni circostanza, egli reagisce con serenità, compostezza e un sublime senso dell’umorismo. Questa straordinaria incolumità, che trova alimento nella sua costante ricerca della verità, nella grande ducia nel prossimo e nella sua incontenibile curiosità, è legata anche alla profezia di una protezione misteriosa, un “segno” individuato in lui, quando era bambino, dal grande poeta indiano Rabindranath Tagore.
Poco dopo aver compiuto 80 anni, nel 1999, il dottor Djelantik deve sottoporsi a una semplice operazione chirurgica nello stesso ospedale di Bali da lui fondato. Ma, a causa d’una forte infezione postoperatoria, cade in un coma profondo. Tuttavia, dopo oltre un mese riprende conoscenza.
Questa esperienza fa af orare ricordi che lui de nisce ‘tra la morte e la vita’ e che traduce in acquarelli pieni di colore ed energia. Non aveva dipinto da cinquant’anni. Proprio queste immagini sono all’origine della suggestiva tessitura narrativa di Idanna Pucci.
Ogni episodio apre, per il lettore, una nestra su una nuova prospettiva del mondo. E, al termine della lettura, la somma di tali scoperte gli avrà rivelato l’incomparabile visione di “un’isola che non c’è più” e di cosa signi chi, oggi, essere testimone di un mondo tradizionale in estinzione.
L’autrice rende omaggio con la sua coinvolgente narrazione alla vita straordinaria del principe che abbraccia quasi tutto il ventesimo secolo…”
Questi racconti dal sapore magico dimostrano che è possibile essere cittadini globali pur rispettando le proprie le tradizioni…
Un’epica irresistibile in questa epoca così violenta…
Mi auguro che questo libro trovi il suo posto nel nostro mondo perché c’è molto da imparare all’interno delle sue pagine!
Questo libro ci ricorda come esiste un’altra verità all’interno della legge di “causa ed effetto” nel mondo materiale, e questa verità è fatta di illuminazioni, coincidenze e miracoli.
Sorprendente! Queste storie dimenticate sono avventure incredibili, ma forse la cosa più commovente è la celebrazione di un’amicizia pluridecennale tra l’autore e il protagonista.
Il merito di raccontarci con struggente tenerezza una miracolosa esistenza, quella del principe balinese Madé Djelantik, scampato ai bombardamenti in Olanda e diventato medico di medicina tropicale fra le jungle di Sulawesi e e paludi dell’Irak, va a Idanna Pucci, scrittrice, documentarista, antropologa, ma sopratutto fiorentina d’Asia e d’Africa, che di Bali ha fatto per oltre 40 anni la propria missione d’amore…