Un viaggio senza sosta tra l’Italia e l’America alla fine dell’Ottocento. Un emigrante italiano muore a Manhattan per mano di una compaseana ventenne da lui brutalmente sedotta e abbandonata. Maria Barbella, lucana semianalfabeta, è la prima donna condannata alla sedia elettrica. Sullo sfondo: la guerra per il monopolio dell’elettricità tra i due colossi Edison e Westinghouse. Entra in scena la contessa Cora Slocomb Savorgnan di Brazzà, ereditiera americana sposata a un nobile friulano. Attivista antesegnana, Cora inizia la prima campagna contro la pena di morte per salvare la giovane dal suo atroce destino. Coinvolge la stampa e ogni classe sociale. Un caso di delitto d’onore diventa una “cause celèbre”. Il racconto di questa vicenda dimenticata, ricco di fonti documentarie scoperte dall’autrice, pronipote di Cora, fa riflettere su aspetti quanto mai attuali: le tragiche migrazioni che sono sotto gli occhi di tutti, il dramma della violenza contro le donne, individuale e collettiva. L’attivismo di Cora e la capacità di Maria di riscattarsi come persona ci indicano una via per uscire dalla paura e dall’immobilismo che sembrano averci attanagliato: l’impegno per una maggiore equità sociale e conoscenza culturale che coinvolga tutte le nazioni civili.
Questa storia vera è scritta in modo vigile e sensibile, e il fascino della sua scrittura avvolge l’intera vicenda.
Raccontata con passione e cura, questa storia dimenticata fa riflettere sulla forza della solidarietà umana.
La narrazione non lascia niente al caso e riesce a provocare emozione…
La Compagnia senza Teatro di Ferrandina (Basilicata) presenta: Maria Barbella dal braccio della morte alla vita.